L’ultimo libro di Fatma Aydemir, finalista nel 2023 del più importante premio letterario tedesco, il Deutscher Buchpreis, è un intenso romanzo familiare che dà voce ai tedeschi con un background migratorio, esplorando le difficoltà e le contraddizioni dell’integrazione in quella società.
Nata nel 1986 a Karlsruhe, nell’ex Germania Ovest, da una famiglia di origine turco-curda, Aydemir si è fatta conoscere nel 2017 con il suo primo romanzo Ellbogen. Forse come la famiglia Yilmaz, protagonista del suo nuovo libro, anche la sua esperienza personale è segnata da un doppio sguardo: quello di chi appartiene a una famiglia patriarcale, protetta da un velo di ipocrisia e quello di chi in nord Europa ha vissuto o ci è nato.
Nel 2022 l’autrice pubblica Dschinns, tradotto in Italia da Teresa Ciuffoletti con il titolo Tutti i nostri segreti (Fazi, 2025). È un romanzo che racconta sogni e contraddizioni della diaspora turca in Germania, una storia familiare sospesa tra due mondi. Si può nascere e crescere altrove, in una terra diversa da quella dei propri genitori, ma sentire più nostra la loro terra che non quella in cui il destino ci ha fatto nascere. Succede quando la lingua che parli a casa, le tradizioni e la memoria della tua gente continuano a nutrirti.
Interessante il titolo originale, Dschinns: nella cultura islamica i jinn sono creature sospese tra umano e soprannaturale, capaci di influire su pensieri e azioni. Spesso rappresentano le forze invisibili, le tentazioni o i pensieri oscuri che mettono alla prova la fede dell’uomo. È anche la chiave simbolica che attraversa il romanzo, dove la morte improvvisa di Hüseyn sembra spiegabile solo con l’intervento di una presenza impalpabile.
Il testo è diviso in capitoli dedicati a ciascun membro della famiglia: figli e genitori si alternano in una coralità di voci, tra storie personali, rapporti sociali e conflitti interiori.
C’è Ümit, il più giovane, quindicenne, che scopre la propria omosessualità, che dovrebbe "superare" con l'aiuto del dottor Schumann.
C’è Sevda, la più grande, che da anni non vede i genitori per incomprensioni cresciute fin da bambina e acuite dopo la separazione dal marito turco, una scelta che i genitori non le perdonano.
C’è Hakan, che vive di espedienti e traffici, in continuo attrito con le forze dell’ordine.
E infine Peri, la più ribelle, critica verso l’educazione ipocrita dei genitori, l’unica che sembra poter far fronte al dramma che si sta avvicinando.
Il racconto si apre con la voce del padre e si chiude con quella della madre, Emine: un lungo monologo che svela la depressione e il peso di un segreto custodito per anni. Su quel segreto Emine ha costruito la sua maschera di moglie e madre, ma la rivelazione finale fa crollare la fragile cornice con cui i genitori avevano cercato di proteggere la famiglia; quella famiglia patriarcale, dove un velo di ipocrisia nasconde ai connazionali del quartiere anche le proprie origini curde.
Si può nascere e crescere altrove, in una terra diversa da quella di origine dei nostri genitori, ma sentire nostra la loro terra più ancora di quella in cui il destino ci ha destinato. Capita soprattutto quando la comunità che frequenti, la lingua che parli a casa e le stesse tradizioni e memoria della tua gente ti hanno nutrito.
Le vicende dei singoli personaggi, pur profondamente private, si fanno specchio di una realtà collettiva: quella degli emigrati turchi in Germania, raccontata in un intreccio di silenzi, conflitti e desideri di riscatto.
Dicono del libro:
«Questa storia familiare, tanto toccante quanto perturbante, affascina già dopo poche pagine. Il silenzio e il segreto all’interno della famiglia sono descritti in maniera vivida.»
— Die Zeit
«Così bello che è difficile posarlo. Nel suo nuovo romanzo, Fatma Aydemir descrive i conflitti di una famiglia emigrata dalla Turchia e mai veramente arrivata in Germania.»
— Der Spiegel
«Gli storici della letteratura parleranno di Tutti i nostri segreti di Aydemir se, nel 2122, vorranno raccontare come si scriveva in Germania cent’anni prima.»
— Süddeutsche Zeitung