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Mario Rigoni Stern Asiago 1/11/1921, Asiago 16/6/2008

 

-Arboreto salvatico

-Uomini boschi e api

-Racconti di caccia

 

Scritti a sfondo storico

-Sergente nella neve. Ricordi della ritirata di Russia

-Ritorno sul Don

-Quota Albania

 

La produzione dell’autore si divide in due grandi tronconi: i racconti legati alla guerra e il racconto della natura, i ritmi dell’uomo legati ad essa ed il rispetto giornaliero che noi dobbiamo alle forme di vita che insieme a noi popolano il nostro pianeta.

Il testo Uomini boschi e api 1980 inizia con un racconto del Lager dove venne imprigionato, dove fece amicizia coi Russi e dove il Capo del campo lo chiama per una battuta di caccia nel giorno di Sant Uberto in Masuria, nei boschi sopra il lager. Sceglie due compagni italiani che non dovranno fuggire ma partecipare alla caccia ed ubbidire al cacciatore. Acconsentono volentieri, anche a loro la caccia è mancata, anche se non useranno il fucile ma indirizzeranno i cervi nella direzione dei cacciatori. Quella giornata fu per loro quasi un sogno. Il mese successivo nella minestra c’era la carne di quel cervo che i cacciatori avevano donato al campo; a loro era bastata la caccia.

La sua particolare sensibilità lo ha contraddistinto anche durante la campagna di Russia, iniziata con inconsapevolezza e baldanza e conclusa con una totale disillusione sulla politica dei regimi nazi-fascisti e sulla guerra.

Gli indottrinamenti del regime fascista e le illusioni giovanili di Rigoni cadranno durante la disfatta e la ritirata degli alpini dalla Russia. Gli alpini erano rimasti abbandonati nella "sacca" sul fiume Don, privi di copertura aerea, di istruzioni e di comandanti, soggetti ai ripetuti attacchi dell'esercito sovietico. Rigoni, da sergente, si sentì responsabile per i suoi uomini e si impegnò al massimo per riuscire a ripiegare con ordine e ricondurli in patria. Al rientro in Italia scoprì con rammarico che nessun giornale aveva parlato né dell'accaduto, né degli scontri e dei morti, anzi i reduci vennero quasi nascosti, per evitare che si sapesse della disastrosa campagna.

Fatto prigioniero dai tedeschi dopo la firma dell'armistizio di Cassibile (3 settembre 1943), rifiutò di aderire alla Repubblica sociale di Mussolini e fu deportato come IMI in un campo di concentramento a Hohenstein (oggi Olsztynek), in Prussia orientale. Durante la prigionia tiene un diario dove annota le sue esperienze in guerra. Dopo la liberazione del campo durante l'avanzata dell'Armata Rossa verso il cuore della Germania, rientrò a casa a piedi attraversando le Alpi, dopo due anni di prigionia, il 5 maggio 1945.

A proposito di questa guerra dirà in seguito (cambiando drasticamente opinione rispetto al periodo in cui si arruolò volontario):

«I russi erano dalla parte della ragione, e combattevano convinti di difendere la loro terra, la loro casa, le loro famiglie. I tedeschi d'altra parte erano convinti di combattere per il grande Reich. Noi non combattemmo né per Mussolini, né per il Re, ma per salvare le nostre vite.»

«Il momento culminante della mia vita non è stato quando ho vinto premi letterari, o ho scritto libri, ma quando la notte dal 15 al 16 sono partito da qui sul Don con 70 alpini e ho camminato verso occidente per arrivare a casa, e sono riuscito a sganciarmi dal mio caposaldo senza perdere un uomo, e riuscire a partire dalla prima linea organizzando lo sganciamento, quello è stato il capolavoro della mia vita...»

Finita la guerra Rigoni Stern ritorna ad Asiago, da dove non si trasferirà più e dove ha vissuto fino alla morte nella casa da lui stesso costruita. Nel 1946 si sposa con Anna dalla quale avrà tre figli. Viene assunto presso l'ufficio imposte del catasto del suo stesso comune; manterrà questo impiego fino al 1970 quando lo lascerà per ragioni di salute, soffrendo di problemi cardiaci. Da quel momento si dedicherà appieno all'attività di scrittore. Esordisce come scrittore nel 1953, con il libro autobiografico Il sergente nella neve, pubblicato da Einaudi, in cui racconta la sua esperienza di sergente degli alpini nella disastrosa ritirata di Russia durante la seconda guerra mondiale

Uomini, boschi e api

Ci sono libri in cui troviamo le cose più semplici che nella vita di ogni giorno facciamo fatica a notare. Ci sono tempi e momenti in Natura di cui sappiamo poco o niente ma che regolano anche la nostra vita. Le api sono esseri meravigliosi che non danno fastidio a nessuno e sono pronte a regalarci il loro miele.
È questo quello che ci insegna Mario Rigoni Stern. Le osservazioni dell'autore ci fanno amare questo mondo perfettamente organizzato, questo corpo sociale in cui ogni elemento è importante per la comunità. Il testo è un atto di amore verso ogni singola ape, verso una vita consapevolmente inserita nell'ambiente naturale che ci circonda.
Arboreto salvatico

La parola arboreto ci porta a considerare la parola erbario: quel sistema per conservare e classificare le piante spontanee che gli appassionati raccolgono. Qui arboreto è una raccolta scritta degli alberi che l’autore ha sempre visto nella sua terra, sulle sue montagne, nelle zone di una Europa in guerra o che ha trovato nei luoghi d’Italia che ha visitato. Ogni albero è trattato come un personaggio importante che viene descritto nel suo aspetto, nelle sue funzioni, nel ruolo che svolge. I capitoli però non sono solo una descrizione scientifica perché l’albero porta con sé le tradizioni degli uomini che ad esso sono legati.

Si parla anche del “Calendario degli Alberi”; usato presso i popoli celti che collegava gli alberi, i mesi lunari dell’anno, parti del corpo umano, metodi di guarigione e Dei.

Basato sui tredici mesi dell’anno lunare, di ventotto giorni ciascuno, esso corrispondeva alle tredici consonanti i cui nomi si trovano ancora nell’alfabeto irlandese dei nomi d’albero. Secondo alcune ricostruzioni alfabeto e calendario sarebbero stati così composti:

Beth, la betulla 24 dicembre – 20 gennaio
Luis, il sorbo 21 gennaio – 17 febbraio
Nion, il frassino 18 febbraio – 17 marzo
Feran, l’ontano 18 marzo – 14 aprile
Saile, il salice 15 aprile – 12 maggio
Hath, il biancospino 13 maggio – 9 giugno
Duir, la quercia 10 giugno – 7 luglio
Tinne, l’agrifoglio 8 luglio – 4 agosto
Coll, il nocciolo 5 agosto – 1 settembre
Muin, la vite 2 settembre – 29 settembre
Gort, l’edera 30 settembre – 27 ottobre
Peith, il tiglio 28 ottobre – 24 novembre
Ruis, il sambuco 25 novembre – 22 dicembre

Mario Rigoni Stern è l’autore che mi ha accompagnato da maggio a giugno e che porterò in montagna con me. Se vi piace la natura e la montagna non potete fare a meno di lui. Lasciate che la vita degli alberi si accordi con la vostra e cercate di ricordare se le cose che racconta Stern le avete mai sentite da qualche nonno. La sua è una saggezza antica che descrive insegna e ammonisce. I luoghi e la natura gli hanno insegnato tante piccole cose che lo hanno reso consapevole della posizione dell’uomo: una posizione di grande rispetto verso l’ambiente che abitiamo di cui dobbiamo prenderci cura in ogni più piccola azione quotidiana. La lettura ci porta dentro il bosco e ci fa sentire ogni odore e rumore che abbiamo percepito fra le montagne. Venti alberi che lui recupera e pone intorno a casa, che rimarranno ai nipoti come memoria naturale del posto e della famiglia. La loro descrizione non è solo botanica ma etnografica, mitologica, geografica, non mancano suggerimenti di fitofarmacia per curarsi con la linfa di alcuni alberi o con decotti fatti con i loro fiori, fino a consigli utili in cucina. Arboreto Salvatico significa infatti raccolta di alberi che possono salvare, dare la vita. Ci parla di alberi millenari che possiamo trovare in molti posti anche in Italia; di alberi simbolo che hanno assistito a fenomeni storici, religiosi e naturali. Di alberi cosmici, di alberi del destino e di alberi che regolano la nostra vita durante l’anno. Ci sono alberi che danno resine speciali, catrame, che hanno legno adatto per sculture,mobili o semplicemente per scaldarsi. Alcuni alberi hanno sfamato i popoli durante guerre e carestie: le farine di castagne e di betulla. Il melo, alla base di ogni tipo di alimentazione e l’ulivo, re dell’alimentazione mediterranea, fonte antica di luce nei lumini a olio. Leggendo Rigoni Stern torniamo a contatto con la natura e ci riappropriamo di un sapere antico che sta per andare perduto.

Racconti di caccia

La caccia è trattata dall’autore con una sapienza e una naturale delicatezza che sanno più di conservazione che di abbattimento. La lepre,il gallo, il cane da caccia, sono descritti nel loro ambiente,specificando le loro abitudini ed i loro bisogni. Dopo aver descritto la situazione si sofferma anche a parlare della conservazione di determinate specie, così come lo faceva degli alberi, così come faceva con gli uomini in guerra. La sua è una visione naturale ed ecologica a tuttto tondo. Parla di effetto serra, di ambiente, clima ed inquinamento, anche prima che tali temi fossero rilevanti come oggi.

Opere (da Wikipedia)

Il sergente nella neve. Ricordi della ritirata di Russia, Torino, Einaudi, 1953, Premio Viareggio Opera Prima[12]. Premio Bancarellino 1963.

Il bosco degli urogalli, Torino, Einaudi, 1962.

Quota Albania, Torino, Einaudi, 1971.

Ritorno sul Don, Torino, Einaudi, 1973.

Storia di Tönle, Torino, Einaudi, 1978. Premio Campiello[13] e Premio Bagutta

Uomini, boschi e api, Torino, Einaudi, 1980.

L'anno della vittoria, Torino, Einaudi, 1985. ISBN 88-06-58990-3.

Amore di confine, Torino, Einaudi, 1986. ISBN 88-06-59366-8.

Il magico kolobok e altri scritti, Torino, La Stampa, 1989. ISBN 88-7783-034-4.

Il libro degli animali, Milano-Torino, Emme-Einaudi, 1990. ISBN 88-06-11754-8.

Arboreto salvatico, Torino, Einaudi, 1991. ISBN 88-06-12743-8.

Compagno orsetto, Trieste, Elle, 1992. ISBN 88-7068-436-9.

Il poeta segreto, Valverde (Catania), Il Girasole Edizioni, 1992; Le Farfalle, 2018, ISBN 978-88-980-3945-6.

Le voci del Trentino, Trento, La corda pazza, 1993.

Aspettando l'alba, Genova, il melangolo, 1994.

Le stagioni di Giacomo, Torino, Einaudi, 1995. ISBN 88-06-13886-3. Premio Grinzane Cavour, Premio Comisso 1996[14]

Sentieri sotto la neve, Torino, Einaudi, 1998. ISBN 88-06-14900-8.

Inverni lontani, Torino, Einaudi, 1999. ISBN 88-06-15340-4.

Tra due guerre e altre storie, Torino, Einaudi, 2000. ISBN 88-06-15711-6.

L'ultima partita a carte, Torino, Einaudi, 2002. ISBN 88-06-15630-6.

Aspettando l'alba e altri racconti, Torino, Einaudi, 2004. ISBN 88-06-16817-7.

Stagioni, Torino, Einaudi, 2006. ISBN 88-06-18400-8.

Quel Natale nella steppa, Novara, Interlinea, 2006. ISBN 88-8212-582-3.

Dentro la memoria. Scritti dall'Altipiano, A cura di Giuseppe Mendicino, Rozzano (MI), Editoriale Domus, 2007.

Ermanno Olmi-Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve. La sceneggiatura, a cura di Gian Piero Brunetta, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, 2008, ISBN 978-88-061-9475-8.

Il coraggio di dire no. Conversazioni e interviste 1963-2007, A cura di Giuseppe Mendicino, Torino, Einaudi, 2013, ISBN 978-88-06-21793-8.

Can de toso, mi fai morire. Ritratto della madre, A cura di Giuseppe Mendicino, Collana Quaderni di prosa e di invenzione, Milano, Henry Beyle, 2013, ISBN 978-88-976-0824-0.

Il cardo di Tolstoj e altre prose letterarie, A cura di Giuseppe Mendicino, Collana Piccola biblioteca oggetti letterari, Milano, Henry Beyle, 2014, ISBN 978-88-976-0866-0.

Lettere editoriali (1951-1980), a cura di Eraldo Affinati, Torino, Einaudi, 2018. [Edizione a tiratura limitata a 1000 copie]

Raccolte

Storie dall'Altipiano, a cura e con un saggio introduttivo di Eraldo Affinati, Collana I Meridiani, Milano, Mondadori, 2003, ISBN 978-88-045-1346-9.

I racconti di guerra, a cura dell'Autore, Introduzione di Folco Portinari, Torino, Einaudi, 2006, ISBN 88-06-18115-7.

Le vite dell'Altipiano. Racconti di uomini, boschi e animali, Introduzione di Giorgio Bertone, Torino, Einaudi, 2008, 2015, ISBN 978-88-062-2561-2.

Trilogia dell'Altipiano. Storia di Tönle. L'anno della vittoria. Le stagioni di Giacomo, Introduzione di Eraldo Affinati, Torino, Einaudi, 2010, ISBN 978-88-062-0414-3.

Racconti di caccia, Torino, Einaudi, 2011, ISBN 978-88-06-20783-0.

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