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Christiane Ritter

Keller editore 2020, pp 304

Traduzione: Scilla Forti

Il progetto di letteratura tedesca contemporanea #inlungoeinlargointerratedesca ci fa viaggiare alle Svalbard, isole a nord della Norvegia, insieme alla scrittrice e pittrice austriaca Christiane Ritter. Siamo nel 1934 e per arrivare a destinazione l’autrice deve viaggiare fino ad Amburgo, viaggiare per giorni su una nave che la porta a Narvik e da lì imbarcarsi su una rompighiacci fino alle coste delle Svalbard. La capanna che dovrà raggiungere è ancora più a nord, raggiungibile nella stagione del disgelo con una piccola imbarcazione e successivamente con gli sci. Il testo parla del soggiorno dell’autrice e del marito, in una remota capanna per cacciatori in una zona lontano da tutto e da tutti; unico compagno un giovane cacciatore norvegese. Tra i ghiacci ed il buio invernale poche sono le cose necessarie: bisogna tenersi caldi, sufficientemente nutriti e non farsi mancare le vitamine. Il Capitano Ritter è un esperto di navigazione polare e si concede del tempo per vivere oltre che navigare tra i ghiacci. La notte polare e le notti bianche, vivere secondo il ciclo naturale, cacciando quanto dobbiamo per sopravvivere e osservando orsi, volpi, foche, edredoni. La caccia è elemento essenziale per la sopravvivenza, non si può raccogliere niente, perché a parte qualche lichene non cresce niente dalle rocce e dai ghiacci. La natura è meravigliosa, una natura che mette alla prova e spaventa, una natura che dobbiamo rispettare ma che concede esperienze e scenari unici per chi ama quei luoghi.

E’ un libro meraviglioso, sarà che la Norvegia l’ho visitata...certo le Svalbard sono un mondo a parte, il contatto con la natura è totale, anche troppo. Ho amato le parole della Ritter e le sue esperienze di vita nei ghiacci, sia quando scrive e disegna sul suo diario al buio sia quando parte con gli sci insieme al marito e dopo una giornata di cammino raggiungono una capanna dove trovano una dose-sopravvivenza di legna e cibo. Alle Svalbard si ragiona così: si vive isolati ma si pensa a chi si trova in difficoltà.

Questo è un viaggio al limite; mi piace la neve, la montagna, camminare ma non penso mi interesserebbe trascorrere un inverno nella notte polare, anche perché talvolta le condizioni meteo sono talmente avverse da dover temere per la propria vita.

Certamente vorrei visitare le #svalbard, la Groenlandia, Fær Øer e l’Alaska, ma non so se riuscirei a trascorrervi un anno intero. Magari in Islanda sì, affascinata non solo dal grande nord, dall’aurora boreale, ma dalla lingua che ha legami stretti con il germanico da cui sono nati il tedesco e le lingue scandinave.

 

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