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David Henry Thoreau è nato a Concord il 12 luglio1817 e nello stesso posto è morto il 6 maggio 1862. Egli fu un botanico e naturalista, prima ancora che scrittore. Partendo dall’osservazione del territorio intorno a lui, immaginava l’uomo in profonda sintonia con la natura e con grande anticipo sui tempi parlava di un modo di vivere sostenibile per uomo natura e animali.

Si laureò a Harvard nel 1837, dove conobbe Ralph Waldo Emerson, entrambi grandi personalità esemplificative di un animo tipicamente americano pristino, molto più vicino al modo di vivere degli indiani d’America che a quello dei coloni. Il suo rapporto stretto con la natura si estende poi alla filosofia, alla religione e alla politica nel testo Disobbedienza Civile del 1846 di cui parlerò a parte. Fu uno scritto particolarmente importante, conosciuto da altri grandi uomini come Tolstoj, Gandhi e Martin Luther King, pacifisti, ambientalisti e formati da un grande sentimento religioso. Egli non seguiva una religione definita da dogmi ma una religione della natura, permeata dal trascendentalismo una corrente che si affermava al suo tempo con lui e Waldo Emerson. La vita, in base a questa filosofia, era in costante flusso per cui un uomo poteva reincarnarsi in un albero o in un animale dopo la sua morte; anche per questo Thoreau ebbe grande rispetto per ogni forma vivente.

Non si sposò, non ebbe figli e non ci sono dati che si basino su qualche tipo di esperienza sessuale con qualcuno. Morì di tubercolosi nel1862 a Concord, città natale dalla quale non si allontanò mai se non per fare al massimo il viaggio nelle foreste del Maine descritto nell’omonimo libro pubblicato nel 1864.

LE FORESTE DEL MAINE 1864

Il testo è inizialmente scritto sotto forma di appunti, quasi un diario di viaggio, viene poi rielaborato per la lettura in pubblico durante delle conferenze. Il testo narra infatti di un viaggio di un paio di settimane che l’autore fa con un conoscente, un amico forse, e con l’aiuto di una guida indiana. Egli si aggrega ad una spedizione di caccia all’alce nelle montagne del Maine ma il suo scopo è quello di trovare e scrivere di alcune specie botaniche di quei luoghi. L’alce viene avvistato e con fatica i cacciatori riescono a cacciarlo, mangiando e offrendo la carne di alce durante il cammino. La caccia viene tollerata da T. se è fatta per motivi di sopravvivenza, rifiutata se l’uomo la considera un hobby, cosa che snatura l’uomo stesso e lo rende un assassino. L’alce ha un posto particolare nella narrazione, infatti viene raccontato un mito secondo il quale l’animale deriva dalla balena e con un processo di adattamento all’ambiente diventa alce, vive in montagna e conserva caratteristiche peculiari, diverse dagli altri animali con cui condivide il vasto territorio.

La natura ha bisogno di tenerezza – dice Thoreau - e così facendo l’uomo ottiene ancor più beneficio dal suo atteggiamento benevolo. Anche solo dormire e respirare all’aria aperta è un beneficio in termini di salute fisica ma anche mentale. Non solo vanno preservati gli animali ma anche gli alberi: è giusto tagliare un albero per costruire una log cabin per sopravvivere tra le foreste del Maine ma è inopportuno tagliare alberi per arricchire e abbellire i salotti e i porticati di grandi città come Boston. Le foreste vanno mantenute selvagge, come il vocabolo da cui deriva la parola bosco, ossia silva.

Lo scrittore parla della vita di frontiera in questi luoghi dove l’inverno assedia l’uomo per molti mesi in inverno e dove si sopravvive se abbiamo costruito bene la nostra capanna e la abbiamo rifornita con sufficienti provviste.

Questo testo mi è piaciuto particolarmente per diversi motivi. Ho trovato un amore per la natura e in particolare per la montagna e i suoi luoghi sperduti da scoprire dopo ore di cammino zaino in spalla, vacanza che mi concedo almeno due volte l’anno.

Dopo diverso tempo sono tornata a leggere letteratura angloamericana con uno scrittore dell’Ottocento che purtroppo non è citato sui programmi scolastici o universitari, quando a mio parere andrebbe messo in programma anche ad educazione civica.

Qui trovo anche la mia strana passione per le lingue meno conosciute, le traduzioni dei luoghi dalle lingue indiane sono opera di struggente poesia; le traduzioni che lo scrittore chiede nelle lingue autoctone hanno una saggezza scevra di presunzione, ogni nome di fiume o lago ha un senso logico e ne descrive le sue caratteristiche. Sono lingue proprie del paese in cui lo scrittore vive, sono loro ad avere il diritto di essere considerate le vere lingue americane. Al mondo e alla cultura indoamericana inoltre è da attribuire un atteggiamento ecologico e di tutela del paesaggio. Thoreau fu il primo a pensare all’istituzione di aree protette, che dovevano essere tutelate dalla presenza umana; oggi andrebbero ripensati anche i flussi turistici in montagna come sulle coste.

Come Thoreau provo una progressiva delusione per la classe politica - americana ma non solo - che chiama progresso quello che è sfruttamento dell’ambiente per meri scopi economici.

Thoreau avrebbe potuto essere il nonno d’America di Mario Rigoni Stern; entrambi cultori della wilderness, con un occhio attento all’ambiente, alla sostenibilità e visionari preveggenti del progressivo esaurirsi delle nostre risorse.

 

Da Wikipedia:

Pubblicazioni

Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack (titolo originale: A Week on the Concord and Merrimack Rivers), 1849

Disobbedienza civile (titolo originale: Civil Disobedience), o Resistenza al governo Civile (Resistance to Civil Government), 1849

Walden, ovvero La vita nei boschi (titolo originale: Walden; or, Life in the Woods), o semplicemente Walden, 1854

Apologia per John Brown (titolo originale: A Plea for Captain John Brown), 1859

Camminare (titolo originale: Walking, or the Wild), 1863

Le escursioni (titolo originale: Excursions), 1863

Vita senza principi (titolo originale: Life Without Principle), 1863

I boschi del Maine (titolo originale: The Maine Woods), 1864

Cape Cod, un luogo dell'anima americana (titolo originale: Cape Cod), 1865

Un americano in Canada. Scritti antischiavisti e riformatori (titolo originale: A Yankee in Canada: with Anti-Slavery and Reform Papers), 1866

Traduzioni scelte

Io cammino da solo. Journal 1837-1861 a cura di Mauro Maraschi, Piano B, 2020

Walden, ovvero Vita nei boschi (con testo inglese a fronte), a cura di Franco Venturi, La Vita Felice, 2016.

Walden, ovvero Vita nei boschi, trad. di Luca Lamberti, Einaudi, 2015.

Walden, a cura di Piero Sanavio, BUR, (più volte ristampato, ultima ristampa) 2013.

Walden e La disobbedienza civile, trad. di Alessandro Cogolo, Mondadori, 2012.

La semplice verità. I diari inediti, a cura di Stefano Paolucci, Piano B, 2012.

Cape Cod. Un luogo dell'anima americana, trad. di Riccardo Duranti, Donzelli, 2011.

Se tremi sull'orlo. Lettere a un cercatore di sé, a cura di Stefano Paolucci, Donzelli, 2010.

I boschi del Maine. Ktaadn (con testo inglese a fronte), trad. di Kevin Pendergast e Angela Raguso, La Vita Felice, 2011.

La Disobbedienza civile (con Apologia per John Brown), a cura di Piero Sanavio, RCS, 2010.

L'agire del mondo. Ragionando di scienza, natura, esperienza umana, trad. di Salvatore Proietti, Donzelli, 2008.

Walden, trad. di Salvatore Proietti, Donzelli, 2005.

Le foreste del Maine. Chesuncook, trad. di Maria Antonietta Prina, SE, 1999.

Vita senza princìpi (con testo inglese a fronte), a cura di Giangiacomo Gerevini, La Vita Felice, 1996.

Vita di uno scrittore (I Diari), a cura di Biancamaria Tedeschini Lalli, Neri Pozza, 1963.

Opere Scelte (contiene: Storia naturale del Massachusetts; Le mele selvatiche; Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack (parziale); Walden ovvero la vita nei boschi; Capo Cod; Saggi politici), a cura di Piero Sanavio, Neri Pozza, 1958.

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