Binario Est di Marco Carlone
per Bottega Errante Edizioni
Binario Est è uscito nel 2022 per BEE Bottega Errante Edizioni, una casa editrice indipendente friulana.
L’autore, Marco Carlone, merita di essere presentato per comprendere meglio quello che troviamo nel suo libro. Autore di video, reportages e fotografo, si interessa particolarmente agli aspetti multiculturali, alle tematiche ambientali e alla geo-politica, che ha potuto approfondire lavorarndo nella redazione di TPI – The Post Internazionale. Le sue collaborazioni da freelance sono varie:
collabora principalmente con la RSI – Radiotelevisione svizzera dall’Italia e dall’Europa centro-orientale, per Legambiente e La Nuova Ecologia.
Scrive e fotografa per varie testate come Limes e EastWest.
In questo testo è sia fotografo che reporter di un viaggio che per me è stato anche culturale, ho ritrovato popoli, abitudini e lingue che ho studiato o che riesco a decifrare per assonanza.
Carlone presenta il suo libro come un viaggio sulle ferrovie più ignorate, vecchie e scalcagnate d’Europa; proposta diametralmente opposta ad un lussuoso treno per turisti facoltosi o sul Trenino del Bernina.
Egli ci parla di piccole comunità, di minoranze, di periferie o di conflitti culturali nel suo viaggio lento. Un occhio è sempre teso all’ambiente e alla sostenibilità che il treno stesso dovrebbe rappresentare, ma il ritardo economico delle zone toccate non permette di praticare una reale sostenibilità . Questi treni si inerpicano per raggiungere miniere di carbone, ferro, se va bene invece trasportano legname a valle.
Su queste linee sono rimaste le ultime locomotive a vapore che per noi hanno un sapore quasi romantico ma le “vaporiere” che cerca Carlone sono ferraglia tenuta insieme da meccanici eroici.
Treni tedeschi del dopoguerra, treni italiani ma anche russi viaggiano tra stazioni fantasma perse tra montagne o in mezzo a pianure sconfinate.
Ecco quindi passare sulle pagine i “binari morti” albanesi dove le ferrovie sono perlopiù inesistenti.
Locomotive che si inerpicano per arrivare a miniere di carbone bosniache o croate.
Linee non più remunerative in ricche aree sciistiche, utilizzate però da chi nei resort ci lavora ed ha bisogno di un treno che li riconduca a casa.
Infine viaggi lenti di chi attraversa per giorni terre in stati diversi, che al tempo della costruzione della linea si trovavano in uno stato diverso.
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