Blog



1948 – Yoram Kaniuk

Giuntina, 2012

Yoram Kaniuk (Tel Aviv, 1930 – 2013) è stato uno degli scrittori israeliani più poliedrico del secondo Novecento. Oltre alla scrittura, si è dedicato alla pittura, al giornalismo e alla critica teatrale. Figlio di Moshe Kaniuk, nato a Ternopil' – nei pressi di Leopoli – e primo curatore del Museo d’Arte di Tel Aviv, Yoram proveniva da una famiglia profondamente legata alla cultura: il nonno era insegnante, così come la madre, nata a Odessa.

A soli 17 anni si arruolò nella Palmach, la brigata d'élite creata durante il Mandato britannico in Palestina. Combatté nella Guerra del 1948 e, dopo quel periodo, visse a New York fino al 1961, anno in cui tornò stabilmente in Israele.

Autore prolifico e poliedrico, ha ricevuto numerosi riconoscimenti letterari. Nella sua carriera ha scritto romanzi, saggi, racconti, libri per ragazzi e un’autobiografia. Dal suo romanzo Adam Resurrected, il regista Paul Schrader ha tratto un film nel 2009.

Il libro

1948 è il memoir in cui Kaniuk, ormai anziano, ripercorre quell’anno cruciale della sua vita e della storia israeliana. L’autore rievoca i giorni in cui si arruolò nella Palmach, raccontando da testimone diretto ciò che si celava dietro la retorica dell’“anno dell’indipendenza” – un anno che avrebbe potuto segnare la nascita pacifica di due stati, e che invece diede inizio a un conflitto mai veramente concluso.

Il giovane Yoram credeva nella fratellanza tra i popoli, nella coesistenza, nell’utopia di due stati per due nazioni. Ma si scontrerà presto con la realtà: la violenza, l’ideologia, l’ignoranza delle conseguenze. I suoi ideali divergono da quelli dei compagni; nessuno, allora, era pienamente consapevole di ciò che stava accadendo. Kaniuk ci offre uno sguardo lucido, a tratti dolente, su quell'anno chiamato da alcuni l’Indipendenza, e da altri la Nakba – la Catastrofe.

Lo Stato nasce, ma non nascono due nazioni. Da una parte c’è un confine, dall’altra una bandiera – nient’altro.

Temi e luoghi

Il romanzo intreccia memoria personale e narrazione storica: Kaniuk parla dei luoghi della sua giovinezza e della guerra, degli amici caduti, della famiglia, delle ferite fisiche e interiori. L’ospedale in cui viene curato – un ex monastero cattolico a Giaffa – è un microcosmo di dolore: le urla dei feriti, la mancanza di igiene e medicinali, l’aria infetta, compongono uno scenario quasi apocalittico.

Intorno, il mondo cambia. Dal 1948 iniziano ad arrivare sempre più navi cariche di profughi: ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento, come quelli sbarcati dalla famosa Exodus. Uomini e donne ridotti a larve umane, privati di tutto, che giungono in una terra che speravano accogliente. E che invece, in molti casi, si limita a dare loro le case abbandonate degli arabi sfollati. È il paradosso dei "presenti-assenti": coloro che abitavano quei luoghi e che, sfollati, diventano fantasmi della propria terra.

Lingua e stile

Lo stile di Kaniuk è potente, viscerale, a tratti crudo ma sempre intimo. La sua prosa è intrisa di malinconia, disincanto e amarezza. Alterna immagini liriche a descrizioni asciutte, mantenendo sempre una forte tensione emotiva. È la lingua di chi ha vissuto e riflettuto a lungo su ciò che ha visto, talvolta non avendo tutto perfettamente lucido e chiaro a causa del lasso di tempo intercorso, ma fedele, nella scrittura ai suoi ideali irrealizzati.

Commento

1948 non è solo un memoir, è anche un atto politico e morale. Kaniuk smonta miti e retoriche, restituendo la complessità di una storia che troppo spesso viene raccontata in bianco e nero. È un libro necessario per chi vuole comprendere le radici del conflitto israelo-palestinese da una prospettiva interna ma critica e profondamente umana.

Chi dovrebbe leggerlo

Questo libro è per chi ama la letteratura della memoria, per chi cerca verità scomode, per chi è interessato alla storia del Medio Oriente e alla narrativa israeliana contemporanea. Ma soprattutto è per chi non ha paura di leggere la Storia attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta, anche quando fa male.

medioriente , yoram kaniuk , 1948 , finestre sul muro

Commenti

Nome (richiesto)

Email (richiesta)